Eliseo Mattiacci (Cagli, 1940-Fossombrone, 2019)

Trasferitosi a Roma a metà anni Sessanta, nel 1967 Mattiacci esordì con la prima mostra personale alla galleria La Tartaruga, presentando un tubo flessibile di 150 metri in ferro nichelato verniciato giallo “Agip”, che alterava la percezione dello spazio invitando il pubblico a modificarlo. In quegli anni, crebbe tra gli artisti la necessità di esprimersi nel contesto di spazi non convenzionali, che favorivano una maggiore libertà di azione. In questo scenario, la galleria romana L’Attico-garage di Fabio Sargentini segnò un punto di svolta: Nell’azione “Percorso” del 1969 Mattiacci entrò  nello spazio espositivo con un compressore che schiacciava un percorso di terra pozzolana.

In occasione della Biennale di Parigi del 1967, Pino Pascali presentò a Mattiacci il gallerista e mercante d’arte Alexandre Jolas. Di lì a poco il lavoro di Mattiacci verrà presentato al di fuori dei confini nazionali, a Parigi e New York.

Nel 1972 la Biennale Internazionale d’Arte di Venezia dedicò una sala al lavoro dell’artista.

Negli anni Ottanta la ricerca di Mattiacci si concentrò sull’uso dei metalli - definiti materiali «vivi» -  utilizzati in opere di grandi dimensioni di ispirazione cosmico-astronomica, realizzando lavori come “Alta tensione astronomica”, installata al Kunstforum di Monaco, ed il “Carro solare del Montefeltro”, entrambi del 1984. Quest’ultimo, insieme ad altre sculture in metallo di grandi dimensioni, venne allestito nella sala dell’artista alla Biennale di Venezia nel 1988. Nel 1993, Prada Milano Arte - l’istituzione che nel 1995 prende il nome di Fondazione Prada - inaugurò il proprio programma espositivo con una mostra personale dell’artista.

Negli anni, il lavoro di Mattiacci si consolidò e prese forma attraverso la forte relazione con lo spazio - sia esso un ambiente naturale (come una cava), che antropico (come un sito archeologico) - esplorando le potenzialità di energie fisiche visibili e invisibili - come la forza di gravità o l’attrazione magnetica - e alimentando una tensione ideale volta a togliere peso alla materia. La mostra personale allestita all’interno dei Mercati di Traiano a Roma nel 2001 diede espressione a questa ricerca.

Tra i premi ricevuti, il primo premio alla Biennale Fujisankei Hokone Open Air Museum a Tokyo nel 1995, ed il premio “Antonio Feltrinelli” per la scultura presso l’Accademia dei Lincei, a Roma nel 2008.

Germano Celant curò la monografia “Eliseo Mattiacci” (Skira: Milano, 2013), tuttora il volume di riferimento sull’opera e la vita dello scultore.

Nel 2016 il MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto ha dedicato una mostra retrospettiva all’artista, seguita nel 2018 dalla più ampia mostra antologica mai realizzata sul lavoro di Mattiacci, allestita presso il Forte di Belvedere a Firenze.

Nel 2022 è stato pubblicato presso Ridinghouse, Londra, il libro “Sculpture in Action. Eliseo Mattiacci in Rome”, curato da Lara Conte in collaborazione con lo Studio Eliseo Mattiacci, e realizzato con il supporto del programma Italian Council (2021) del Ministero della Cultura.

ELENCO MOSTRE PERSONALI E COLLETTIVE